Con enorme soddisfazione del nostro circolo comunichiamo la nomina di Adriano Cascio a Talent Scout sezione senior per il 2024 nel ambito del progetto FIAF  Talent Scout.
Congratulazioni e complimenti  Adriano !!!
Molte volte si hanno piĂš di una passione e spesso si deve rinunciare ad una per poter dare spazio allâaltra.
Câè chi però riesce in modo creativo a farle convivere, un esempio di tutto ciò è Patrizia Ercole.
Lei ha studiato fotografia ed è sempre stata legata ed appassionata a questâarte ma ha anche la passione per il teatro quindi cosa ha fatto?
Scrive monologhi teatrali narrando di grandi fotografi!
Ecco il segreto!
Chi è Patrizia Ercole?
Una brillante donna che vive tra Genova e Rapallo. Diplomatasi nel 1986 alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come attrice e regista, ha dedicato trentâanni della sua vita ai grandi autori teatrali.
Oggi insegna alle nuove generazioni la meraviglia di giocare con le parole per costruire emozionanti storie.
Nel suo passato, come giĂ detto, troviamo traccia di un grande amore per la fotografia, a lungo studiata in tutti i suoi aspetti.
Amore per la fotografia che noi del Circolo fotografico âDietro a un Vetroâ coltiviamo da sempre e certamente non ci lasciamo sfuggire delle opportunitĂ che ci arricchiscono e ci completano mettendole a disposizione non solo per noi ma per tutti.
Il 30 novembre scorso, Patrizia ci ha offerto in anteprima il suo ultimo lavoro, un monologo teatrale dal titolo âLisetta Carmi Fotografa: la mia seconda vitaâ.
Il lavoro dedicato alla nota fotografa genovese, scomparsa lo scorso anno, ha tra lâaltro vinto il 1° premio nella sezione teatro, al 18° Premio Letterario Napoli Classic Cultural.
Patrizia Ercole e il pubblico intervenuto presso la sede dei Volontari del Soccorso Rapallo 30 novembre 2023Lisetta Carmi è stata una fotografa italiana famosa per i suoi reportage di impegno sociale realizzati negli anni sessanta e settanta, come i camalli di Genova e i travestiti di Via del Campo. Nel suo monologo Patrizia ha raccontato la seconda vita di Lisetta, come lei stessa la definĂŹ dopo aver preso la decisione di abbandonare lâattivitĂ concertistica per iniziare, appunto, nel 1960 il suo avvicinamento alla fotografia che utilizzerĂ per 18 anni come strumento per la ricerca di veritĂ .
Nel monologo Patrizia Ercole interpreta e immagina Lisetta Carmi trovarsi a Cisternino in Puglia, sessantenne, che, rivolgendosi ad un immaginario intervistatore, ripercorre quella sua singolare seconda vita.
Unâora o poco piĂš, intensa, piacevole e coinvolgente che tra parole, musica e fotografie ti fa scoprire una parte dellâuniverso di questo grande personaggio che è stato Lisetta Carmi.
Chapeau Patrizia! Complimenti e brava!
Vogliamo ricordare che Patrizia Ercole ci ha giĂ deliziato lo scorso luglio con lâaltro suo monologo teatrale dedicato a Vivian Maier (dal titolo Vivian Maier: ignota a me stessa).
Anche in quella circostanza Patrizia è stata bravissima nel farci âstrada nellâanima del personaggioâ coadiuvata come sempre da fotografie e musica scelte ad hoc nonchĂŠ dalle sue magnetiche parole e dalla sua inesauribile energia.
Dal monologo scritto a 4 mani con Silvestra Sbarbaro nÊ è nato un libro tradotto anche in lingua inglese.
ChissĂ che anche per Lisetta Carmi la ânostraâ Patrizia non tirerĂ fuori dal suo cilindro magico un bel libro noi lo aspettiamo, cosĂŹ come aspettiamo di ospitare il suo prossimo lavoro!
Grazie Patrizia, Ad maiora!
LA GRANDE MAREGGIATA DEL 29 E 30 OTTOBRE 2018 A RAPALLO:
UN EVENTO NON DEL TUTTO ECCEZIONALE.
âMi guardo intorno, ancora, lĂ ; la diga è come una barriera corallina, nella notte è una riga bianca, di spuma; il porto è pieno di barche che si scontrano, lâesterno è pieno di barche che si scontrano, il mare ogni tanto ci ricopre; posso dire solo una cosa: ogni tanto il mare fa vedere veramente chi comanda, la natura ogni tanto ti ricorda chi comanda davvero.â
Sono le parole del comandante del Sakara, uno dei circa 300 tra natanti, barche e yacht danneggiati, spiaggiati o semi affondati durante la devastante mareggiata che si è abbattuta con inaudita violenza su Rapallo tra il 29 ed il 30 ottobre 2018.
Fin dal mattino del 29 ottobre lâacqua in porto è alta, per chi è del mestiere non è un bel segno, significa che da qualche parte il vento soffia forte ed il mare sta spingendo.
Con il passare delle ore la situazione peggiora: il vento continua ad aumentare da sud, uno Scirocco incessante di 70/80 nodi, intensitĂ eccezionale per Rapallo, la pressione scende e lâacqua marina fa segnare una temperatura di ben 20 gradi, molto piĂš calda rispetto a quella dellâaria.
Nel primo pomeriggio le onde scavalcano le fragili difese del Porto Carlo Riva, fino ad abbatterne parte della diga foranea. Ă lâinizio del disastro.
Senza piĂš alcuna protezione contro la forza delle micidiali onde da sud, non soltanto il porto, ma anche il lungomare della cittadina rivierasca vengono sferzati per ore dalla furia degli elementi, poichĂŠ a quella del mare si aggiunge anche la tremenda energia del vento, mentre il cielo si colora di un terreo colore rossastro.
Con il calare dellâoscuritĂ , mentre le barche vengono strappate una ad una dagli ormeggi, 20 tra marinai e diportisti restano isolati sul pennello piĂš esterno della diga portuale, completamente in balia delle onde e con lâancor piĂš serio rischio di essere travolti dalle barche stesse ormai alla deriva.
Il porto, rifugio per antonomasia di ogni uomo di mare, si era trasformato in una trappola; miracolosamente non si contano nĂŠ vittime, nĂŠ feriti.
La mattina del 30 ottobre i primi raggi di un timido sole mostrano ai rapallesi ed al mondo intero uno scenario apocalittico.
La diga del porto è letteralmente sparita, il faro non esiste piÚ, dal mare emergono soltanto macerie e qualche scoglio.
Tutto attorno, un groviglio di barche accartocciate una sullâaltra, prue che fanno capolino dallâacqua come tappi di sughero; decine di enormi yacht spiaggiati come balene sugli scogli del lungomare, mentre unâimmensa distesa di rottami di ogni genere invade strade e piazze fino a lambire lâabitato.
Da quel giorno, per molti lunghi mesi, grazie allâincessante lavoro di chiatte attrezzate e mastodontiche gru, è stato possibile rimuovere tutte le imbarcazioni nonchĂŠ detriti e materiali inquinanti adagiati sui fondali.
Ma comâè stato possibile tutto questo? Ă la domanda che un po’ tutti ci siamo posti di fronte a questo scempio.
Abbiamo violentato il nostro pianeta in maniera criminale con ogni mezzo per secoli, fregandocene dei segnali di avvertimento ricevuti, abbiamo promesso di mettere la testa a posto per contrastare i cambiamenti climatici, riducendo le famigerate emissioni nocive, la deforestazione, la cementificazione e tante altre brutture; ma nel frattempo nulla è stato fatto in concreto, soltanto tanti, troppi âbla bla blaâ dei potenti della terra.
Ma la cosa piĂš grave è che, anche di fronte ad eventi come quello di Rapallo, allâonda emotiva iniziale fa seguito una sorta di rimozione psicologica che ci porta a dimenticare.
Ma se è vero che il cambiamento inizia anche da ciascuno di noi, possa dunque la Fotografia servire da monito per le future generazioni, affinchÊ ciò che è già troppe volte accaduto, non si ripeta piÚ.
Stefano PodestĂ